Per stitichezza o stipsi s’intende la difficoltà di evacuare regolarmente le feci. Si tratta di un’ alterazione che può essere episodica o tendenzialmente cronica. Nel primo caso può essere legata a situazioni particolarmente stressanti, cambiamenti stagionali, modificazioni alimentari o mutamenti di orari come spesso succede in viaggio o in vacanza. Anche quando cronicizza la stipsi non va considerata una malattia, ma il sintomo di un disordine profondo le cui cause sono plurime: stile di vita non corretto con pasti irregolari, scarso apporto di fibre e liquidi, sedentarietà; assunzione di alcuni farmaci; alterazione della funzionalità gastrointestinale; problemi ormonali; stress cronico ecc. Permanendo, questi fattori creano un corto circuito funzionale di tutto l’apparato digerente e, a cascata, dell’intero organismo. Il risultato finale è un’intossicazione generale, come dimostrano cefalea, inappetenza, gonfiori, alito pesante, attacchi emorroidali, alterazione di tono e umore ecc. che spesso accompagnano la stitichezza cronica.
Nel caso di stipsi occasionale, che per lo più si risolve in breve tempo, sarebbe meglio non intervenire e lasciare che l’intestino ritrovi il proprio ritmo.
Quando la stitichezza è di tipo cronico, invece, l’automedicazione ricorrendo ai soli lassativi non è una buona scelta. Abusare di “purganti” non risolve, ma aggrava un problema che, invece, può essere affrontato con successo attraverso un programma di rieducazione intestinale. Ma questo richiede l’appoggio di una persona competente e, soprattutto, pazienza, impegno e tanta costanza da parte di chi accetta di mettersi in gioco facendosi carico della propria salute.
L’aspetto psicosomatico nella stipsi cronica : «Trattenere strenuamente, nascondere una parte preziosa di sé, oppure “sporca” o “troppo trasgressiva”; ma anche difficoltà a lasciarsi andare; ingorgo psichico»
A PROPOSITO DI LASSATIVI
Anche i lassativi vegetali “possono far male”, contrariamente a quanto si ritiene, e il loro abuso può creare effetti collaterali piuttosto pesanti. In base all’aggressività con cui agiscono a livello intestinale, si distinguono 3 tipi, di seguito indicati in ordine progressivo:
• LASSATIVI MECCANICI O DI MASSA (semi di lino o di Psillio, gomma di Guar, Glucomannano, Malva, Altea, Tiglio). Si tratta di fibre idrosolubili che nell’acqua si gonfiano e danno origine a una mucillagine gelatinosa che aumenta il volume delle feci, stimolando i movimenti peristaltici intestinali come fanno le fibre alimentari. L’azione è delicata e per questo si utilizzano anche in gravidanza e nei bimbi, ma nei casi ostinati il risultato può essere modesto. In commercio si trovano in bustine monodose oppure in capsule o compresse che spesso associano più piante per aumentarne l’efficacia. Vanno assunti bevendo molta acqua perché si possano rigonfiare, e lontano da pasti e farmaci perché inibiscono l’assorbimento intestinale: il momento migliore è prima di coricarsi. I semi sono controindicati in presenza di diverticoli.
• LASSATIVI OSMOTICI (Manna, Tamarindo, frutta secca). Sono un concentrato di zuccheri (Manna) o di acidi organici (prugne secche) che assorbono molto velocemente dal corpo una grande quantità di acqua. Assunti in abbondanza hanno un effetto rapido, ma provocano dolore, gonfiore e feci liquide. Non sono irritanti, tuttavia traumatizzano l’organismo perché lo disidratano: attenzione, quindi, in caso di bimbi, donne gravide, anziani e persone debilitate. Per tutti, comunque, il loro uso deve essere solo occasionale.
• LASSATIVI ANTRACHINONICI (Aloe, Cascara, Frangula, Rabarbaro, Senna). Efficaci ma molto aggressivi, agiscono irritando la mucosa intestinale che reagisce all’infiammazione con contrazioni peristaltiche piuttosto dolorose all’inizio. Alla lunga, il loro utilizzo costante produce uno stato infiammatorio cronico che modifica gli equilibri elettrolitici e altera funzionalità e struttura stessa dell’intestino, creando dipendenza e assuefazione: diventa allora necessario aumentare il dosaggio, entrando in un circolo vizioso senza fine. Ma c’è di più: indagini tossicologiche ipotizzano che l’abuso di piante antrachinoniche sia uno dei fattori responsabili dell’aumentata incidenza di malattie renali e di tumori al colon. Eppure, proprio per la loro efficacia, sono le sostanze vegetali più comunemente usate anche dall’industria farmaceutica e sotto forma di tisane, compresse e pastiglie riempiono gli scaffali dei supermercati! In ogni caso il problema non è l’uso occasionale, ma la facilità con cui si può passare al loro consumo abituale appunto perché funzionano.
Per questo devono essere utilizzati saltuariamente e mai in caso di: gravidanza e allattamento, bambini sotto i 12 anni di età, presenza di malattie infiammatorie acute a carico dell’intestino o dolori addominali di origine sconosciuta, emorroidi.
FIORI DI BACH
- CRAB APPLE: si può integrare agli altri rimedi quando la stitichezza si accompagna alla sensazione di essere intossicati; utile nella stipsi occasionale, è particolarmente adatto quando cronicizza.
- WALNUT: si aggiunge quando l’alterazione dell’alvo è concomitante a qualche cambiamento (stagione, alimentazione, orari, gravidanza ecc.)
Possibili utilizzi: 4 gocce di ciascuno in bottiglietta d’acqua da mezzo litro da sorseggiare nell’arco della giornata; 4 gocce della miscela nelle tisane o nel tè.
- AA.VV., “Dizionario di Psicosomatica”, edizioni Riza;
- Camilla Piantanida, Margherita Faccio, “Pronto Soccorso Naturopatico”, edizioni URRÀ